L'abbazia di Santa Maria del Patire fu fondata intorno al 1095 dal monaco e sacerdote Bartolomeo di Simeri, con l'ausilio di alcuni ricchi normanni, e venne dedicata a "Santa Maria Nuova Odigitria", anche se è conosciuta con il nome di "Santa Maria del Patìr", o semplicemente "Patire" (dal greco Patèr = padre), attribuzione data come segno di devozione al padre fondatore.
L’AcquaPark Odissea 2000 è il must del divertimento, amato da migliaia di persone, grandi e piccini, è ideale per trascorrere una giornata di intense emozioni. Sorge sulle rive dello Jonio ed è circondato da un paesaggio meraviglioso, costellato dal blu del mare e dal verde intenso di campagne, colline e monti.
Al centro di tutto le maestose attrazioni del parco acquatico per eccellenza dedicate ai temerari del divertimento.
Il Santuraio di Schiavonea si trova all’ingresso di Schiavonea, nei pressi della Taverna, di Torre del Cupo e del Quadrato. Originariamente nello stesso luogo sorgeva la chiesetta di San Leonardo, costruita nel 1615 con le elemosine dei pescatori e dei contadini. In seguito, sulla chiesa di San Leonardo, nel 1649 fu costruito l’attuale Santuario della Madonna di Schiavonea, ad opera del duca Agostino Saluzzo che voleva offrire un luogo più idoneo al quadro miracoloso della Vergine. La chiesa è sollevata da terra di oltre due metri e vi si accede tramite due scale che dal 1865 sostituirono la prima scaletta andata in rovina.
Il Codex Purpureus Rossanensis (Gregory-Aland: Σ o 042) è un manoscritto onciale greco del VI secolo, conservato nel Museo diocesano e del Codex di Rossano e contenente un evangeliario con testi di Matteo e Marco. Deve l'aggettivo "Purpureus" al fatto che le sue pagine sono rossastre (in latino purpureus) e contiene una serie di miniature che ne fanno uno dei più antichi manoscritti miniati del Nuovo Testamento conservatisi.
Il Codex Rossanensis, assieme ai manoscritti Φ, N, e O, appartiene al gruppo dei manoscritti onciali purpurei.
Nell'ottobre del 2015 è stato riconosciuto quale Patrimonio dell'umanità ed inserito dall'Unesco tra i 47 nuovi documenti del Registro della memoria mondiale.
Note anche come Gole di Barile, rappresentanto il tratto più alto (e cioè a monte) del canyon. Sono le più belle, le più selvagge, nel cuore del Parco. Partono da San Lorenzo Bellizzi nei pressi della Scala di Barile, dove la Timpa di Cassano e la Timpa di San Lorenzo si incontrano dando luogo ad una profonda spaccatura: il canyon del Raganello. Si risale il torrente superando cascate, tunnel nella roccia, scivoli naturali e toboga. Durante il percorso, nei pressi di una sorgente naturale, sono ben visibili i fossili delle rudiste, molluschi bivalvi estinti milioni di anni fa. Il finale è a sorpresa, con la prova dell'acqua a cui si sottopongono solo i più impavidi.